Articolo: Per una scuola che emozioni
Articolo di Stefano Rossi pubblicato su EDUCARE.IT il 21.10.14
L’apprendimento cooperativo
Quando si insegna utilizzando solamente la lezione frontale si ignorano le più basilari ricerche sulla psicologia dell’apprendimento e sulla fisiologia dell’attenzione. Persino gli studenti più motivati sono messi alla prova da 60 o addirittura di 120 minuti di soliloquio.
La didattica moderna da tempo ha evidenziato modalità di insegnamento più efficaci della lezione frontale. Tra queste richiamiamo brevemente l’Apprendimento Cooperativo (A.C.), che arricchisce ed integra la lezione tradizionale con momenti di lavoro (razionale) e condivisione (emotiva) in coppia, in piccolo gruppo ed in circle time con tutta la classe e l’insegnante.
L’insegnante invece di “tenere sempre la palla solo per sé” può progettare interventi più brevi ma capaci di stimolare l’interesse della classe: si può farlo ad esempio con domande o quesiti che poi nei gruppi cooperativi gli studenti elaborano con la loro creatività e capacità. Dopo il lavoro di gruppo in circle time la classe si piò riunire e condividere le ipotesi sviluppate, come anche le emozioni connesse all’esperienza di gruppo.
Bilanciando l’intervento dell’insegnante con il lavoro in gruppi cooperativi ed in seduta plenaria si spezza la monotonia e la freddezza della lezione frontale, attivando le risorse cognitive ed emotive di tutti gli studenti. In questo modo non solo la lezione diventa più efficace in termini di apprendimento, ma recupera anche una funzione educativa, perché stimola i ragazzi a riflettere su tematiche educative come i pregiudizi o la diversità. E’ solo un esempio per indicare come l’insegnante può essere non solo l’esperto disciplinare, che spiega e fa studiare la materia, ma anche l’educatore che utilizza i propri contenuti scolastici con funzioni formative.
E’ urgente ricucire la frattura tra insegnamento ed educazione, rendendo “la scuola una palestra di democrazia”, come affermava il grande pedagogista americano John Dewey.
Con l’Apprendimento Cooperativo inoltre si potrebbe fare anche di più: la classe da insieme di individui isolati o in competizione può essere trasformata in una comunità di apprendimento in cui non solo si apprende ma si sviluppa l’autorealizzazione reciproca. Come il grande pedagogista Paulo Freire sosteneva nessuno viene educato da solo ma ci si educa tutti reciprocamente.
Questo è ancora più valido per l’Apprendimento Cooperativo per cui il lavoro in coppie e piccoli gruppi intercambiabili permette di trasformare la classe anche in una palestra socio-affettiva.
L’A.C. infatti ha diversi elementi che lo differenziano dal tradizionale lavoro di gruppo: tra questi ve ne sono due in particolare che sviluppano le relazioni emotive e sociali.
Il primo elemento è l’insegnamento delle abilità sociali, infatti l’A.C. non compie l’errore di dare per scontato che i ragazzi sappiano collaborare, ma al contrario utilizza l’esperienza cooperativa dell’apprendimento per insegnare ai ragazzi delle competenze emotive utili non solo a scuola ma anche e soprattutto per la vita. Tra queste solo per citarne alcuni: l’ascolto, l’empatia, la capacità di gestire costruttivamente i conflitti o di risolvere creativamente problemi di vario tipo. In questo modo si coltiva nei ragazzi non solo l’intelligenza linguistica o logico-matematica ma si sviluppa anche quella che Daniel Goleman ha definito l’intelligenza emotiva. Secondo gli studi dello psicologo americano non è infatti l’intelligenza tradizionalmente appresa nei banchi di scuola che garantisce il successo professionale o la felicità, come lo dimostrano le tante persone intelligenti ma infelici e con problemi emotivi e relazionali. Semmai sono l’intelligenza intrapersonale e quella interpersonale (secondo le definizioni di Howard Gardner) a favorire una vita personale e professionale ricca e soddisfacente. Occorre rilevare che questi due aspetti dell’intelligenza emotiva sono pericolosamente misconosciuti dal tradizionale sistema formativo contemporaneo.
Oltre all’apprendimento delle abilità sociali, il secondo potenziale dell’A.C. riguarda l’interazione promozionale. L’A.C., infatti, prevede delle specifiche strategie destinate a migliorare il clima di classe, piccole attività collaborative o di problem solving che permettono di facilitare la conoscenza reciproca tra gli studenti, l’accoglienza, il senso di appartenenza al proprio gruppo cooperativo e all’intera classe.
In definitiva, il metodo didattico dell’Apprendimento Cooperativo presenta quindi diverse potenzialità al fine di arricchire di emozione e partecipazione le lezioni scolastiche.
copyright © Educare.it – Anno XIV, N. 10, Ottobre 2014