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🛑 LA SCUOLA PROFANATA
(Lettera aperta agli insegnanti)
21 Marzo 2021
Stefano Rossi ©
Ogni settimana incontro (online) migliaia di insegnanti.
Insegnanti appassionati ma sfibrati.
Sfibrati, non solo dalla pandemia, ma anche dal Mito della Performance.
Il Mito della Performance è un mito di luce che nasconde ombre pericolose.
Dietro la luce del rendere competenti e performanti i nostri ragazzi nasconde ombre che stanno profanando la scuola.
Scuola deriva dal greco antico “Scholé” che significa tempo libero.
La scuola è sempre meno libera.
La scuola oggi è un tempo “da liberare”.
Una scuola è libera quando l’educazione è fine e non mezzo sottomesso alle logiche e ai bisogni del mercato.
Se l’educazione diventa mezzo la scuola viene de-sacralizzata e una scuola è de-sacralizzata quando diventa agenzia di collocamento.
La scuola come agenzia di collocamento non è più un luogo di incontro, condivisione e pensiero ma diventa luogo di produzione.
La scuola come luogo di produzione (di prestazione, di competenze) diventa una grande catena di montaggio in cui bisogna correre, stare a ritmo, rispettando task inflessibili.
La corsa affannata e sfibrante dell’insegnante mi ricorda drammaticamente i braccialetti di Amazon per misurare le performance dei propri magazzinieri.
Il Mito della Performance non concepisce l’Inutile.
Non lo concepisce perché lo teme.
La scuola come tempio della cultura deve avere il coraggio di riprendere il cammino dell’Inutile.
L’Inutile non è solo una questione di contenuti ma è soprattutto questione di tempi.
Il tempo libero è un tempo lento.
Il tempo della produzione è un tempo veloce.
Il tempo libero è un tempo che nella lentezza ci fa incontrare la profondità di noi stessi e la possibilità di costruire legami.
Il tempo della produzione è un tempo che nella velocità non fa incontrare nulla, esaurendoci ed impedendoci di creare legami.
La Didattica cooperativa che propongo vuole iscriversi nel segno dell’Inutile.
Alla parola dell’insegnante, fuoco capace di aprire pieghe nel buio, seguono momenti cooperativi lenti in cui bambini e ragazzi possono finalmente fermarsi.
Fermarsi per per abitare il tempo lento: pensare insieme, assaporare momenti di meraviglia, abitare la profondità del nostro sapere.
Fermarsi significa spezzare la tirannia dei braccialetti della performance di Amazon
Il tempo inutile apre alla profondità.
Il tempo utile ci imprigiona nella superficialità.
Il mercato non vuole cittadini dotati di menti critiche e cuori intelligenti.
Il mercato non ci vuole liberi.
Il mercato ci vuole consumatori.
Ecco perchè la scuola non può essere subordinata alle logiche di mercato.
Come ripartire?
Ripartiamo dal tempo lento e da attività cooperative con cui gli studenti possano indugiare con profondità.
La scuola non deve essere un’agenzia di collocamento.
La cultura non è mai additiva.
La cultura si iscrive sempre nell’orizzonte della profondità.