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1. Interdipendenza positiva

Uno dei limiti principali del tradizionale lavoro di gruppo è che la cooperazione è lasciata libera.
L’insegnante invita gli studenti a “lavorare insieme” ma la realtà è che senza un vincolo preciso alcuni, solitamente i più bravi e motivati, si impegneranno nell’attività, mentre gli altri delegheranno il compito senza partecipare attivamente.
In questo modo il lavoro di gruppo diventa una struttura di ingiustizia, perché pochi si fanno carico del lavoro di tutti.

L’Apprendimento Cooperativo risolve questo problema con l’interdipendenza positiva, perché il compito su cui  gli studenti lavoreranno li vincolerà, in modo positivo, alla cooperazione.

Ogni tecnica cooperativa (e in particolare quelle che propone il nostro centro, si veda il testo “Tutti per uno e uno per tutti) è già strutturata prevedendo in modo semplice e funzionale la distribuzione di ruoli complementari.

Ecco alcuni esempi di interdipendenza positiva per capirci meglio:

  • ruoli complementari (A legge, B propone cosa sottolineare e C scrive il riassunto)
  • risorse complementari (A lavora al pc, B ha il libro C il quaderno)
  • informazioni complementari (A lavora al primo paragrafo B al secondo e C al terzo)

Questo significa che tutte le attività cooperative sono strutturate in modo tale che:

nessuno studente può svolgere il compito da solo

– il compito può essere svolto se tutti forniscono il loro contributo.